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Ci sono alcuni gruppi che li noti
subito, vuoi per l’artwork particolare (come questo),
vuoi un po’ per il nome del gruppo (come questo) e vuoi
un po’ per il foglio promozionale allegato al disco (e
anche qui ci siamo). E’ questo il caso di questi Le Grand
Guignol, quintetto del Lussemburgo, che con questo “The
Great Maddening” ci propongono un album che loro stesso
definiscono come “Grotesque Metal”.
Sì, avete letto bene, grotesque metal. La definizione
è abbastanza inusuale, e penso che ognuno di noi, a questo
punto, avrebbe una propria traduzione personale del termine
“grottesco” in musica; questi cinque ragazzi riescono
a incanalare in musica quello che a mio avviso può essere
definito grottesco, creando un album molto particolare. La base
musicale del gruppo è costituita da un death metal melodico
di stampo progressivo, su cui troneggia un imponente muro di
orchestrazioni, parallele alle quali troviamo sempre delle tastiere
con suoni molto acuti, simili a quelli di un ipotetico carillon,
incastonate con un cantato che spazia dal growl, allo scream,
al pulito.
Posso assicurarvi che descrivere a parole la musica suonata
da questo gruppo non è assolutamente facile, vista la
grande quantità di carne al fuoco nel disco. All’interno
dello stesso pezzo possiamo sempre trovare tantissimi cambi
di tempo, con alternanze continue tra parti tirate e altre più
rilassate, con addirittura inserimenti di musica latino-americana
(ascoltate la parte finale di “Degenesis (Amor &Seuche)”
e capirete), per un mix esplosivo che chiede solo di essere
ascoltato e assimilato a dovere.
Il mio consiglio è quindi rivolto a tutti coloro che
amano spaziare attraverso vari generi e che masticano gruppi
con sonorità particolari; procuratevi questo disco, ascoltatelo,
assimilatelo, e vi assicuro che non ne rimarrete delusi.
Questi ragazzi hanno classe da vendere.
Mungi
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